La gravidanza ha un impatto importante sull’organismo materno: non solo l’assetto ormonale, ma anche il clima emotivo, che caratterizza questa condizione, portano a cambiare il modo di pensare su se stesse e sul mondo in generale.
Diventare madre è un processo che inizia con il concepimento e dura diversi mesi, il parto è solo un momento di passaggio in questo percorso unico, che porta tanti cambiamenti nella vita della nuova famiglia che nasce.
Questi cambiamenti possono essere fonte di ansia, poiché tutto ciò che è sconosciuto si associa alla paura dell’ignoto e dell’imprevisto. Per questo, la futura madre passa i mesi della gravidanza a immaginare come sarà suo figlio, a fare progetti per il suo futuro e a crearsi delle aspettative, che hanno a che fare con la sua identità, con il fondamentale passaggio da figlia a madre e con il bagaglio di esperienze che si porta dietro dalla sua storia familiare.
Vedersi madre significa confrontarsi con i modelli familiari del passato, e in particolare con il rapporto che si ha attualmente e si è avuto con la madre da bambina: che madre ci si immagina di essere, diversa o simile alla propria? Quali errori del passato non si vogliono ripetere sulle generazioni successive?
In questo senso, il ripensamento su se stessa e sui ruoli familiari è un momento importante di contatto con le proprie emozioni e il proprio vissuto, un passaggio fondamentale per diventare il facilitatore della crescita di una nuova persona, che si affaccia alla vita: un essere unico e irripetibile, bisognoso di affetto e di accettazione positiva e incondizionata, la qualità rogersiana che assicura la crescita e lo sviluppo, secondo le proprie potenzialità e i propri desideri, al di fuori di ogni condizionamento.
Consiglio la lettura del libro Nascita di una madre di Daniel Stern, che affronta i cambiamenti psicologici e le sfide del diventare genitori e aiuta a elaborare alcune delle ansie comuni a tutte le future mamme.