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Podcast Psicologia della gravidanza

La tocofobia, paura della gravidanza e del parto

Le fobie rappresentano paure ingiustificate, che possono portare a condotte di evitamento delle situazioni in cui il soggetto può trovarsi esposto  a ciò che più teme. In particolare si distinguono diverse fobie, a seconda dell’oggetto delle proprie paure: agorafobia (paura degli spazi aperti), claustrofobia, fobia sociale, fobia di animali (aracnofobia, paura dei cani, degli uccelli, etc.), fobie sessuali.

Poco conosciuta è invece la tocofobia, cioè la paura della gravidanza, e in modo particolare del parto.

Il soggetto evita la gravidanza, e la situazione può passare misconosciuta e non arrivare all’attenzione del medico. In particolare per questo tipo di fobia è più difficile applicare la terapia cognitivo-comportamentale di esposizione graduale allo stimolo fobico: o si è incinta oppure no (non si può essere incinta solo un pochino…).

La differenza rispetto ad una normale ansia al pensiero del parto (molto comune, soprattutto nel terzo trimestre) è data dal fatto che la paura è estrema, e domina ogni pensiero, e può essere il motivo per evitare la gravidanza, rinunciando quindi ad avere un bambino desiderato. Alcune donne praticano una contraccezione molto stretta, altre possono richiedere addirittura la sterilizzazione permanente.

Le pazienti maggiormente a rischio sono coloro che hanno avuto esperienze di parto negative, soprattutto se ci sono state manovre ostetriche invasive (ad esempio secondamento manuale, o raschiamento senza anestesia), un travaglio particolarmente prolungato e difficile, oppure ancora un taglio cesareo di emergenza in condizioni drammatiche (ad esempio per distacco di placenta). In altri casi, il parto è stato regolare, ma percepito dalla donna come una violenza al suo corpo, tanto da portare ad un disturbo da stress post-traumatico, con conseguenze di depressione post-partum.

Può essere anche la donna alla prima gravidanza che soffre di tocofobia, e richiede il taglio cesareo, al fine di evitare il parto naturale. Bisogna però ricordare che il taglio cesareo è un intervento chirurgico addominale, e come tale è più invasivo e rischioso rispetto al parto per via vaginale.

E’ importante quindi agire a livello di prevenzione, dedicando tempo alla comunicazione, ed in modo particolare all’esperienza del parto. In questo senso frequentare un corso preparto può essere utile a ridurre l’ansia, così come corsi di yoga o rilassamento, che si focalizzano sulla respirazione. In casi selezionati, può porsi l’indicazione ad un breve periodo di psicoterapia, al fine di sciogliere i conflitti interiori legati al vissuto. La possibilità di ricorrere alla parto analgesia, in un ambiente accogliente, può rappresentare un ulteriore motivo di rassicurazione.

Se anche in questo modo non si è riusciti a far superare la paura del parto, si può richiedere il parto cesareo (vedi link sotto).

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Riferimenti

“Psychological challenges in Obstetrics and Gynecology” J Cockburn, ME Pawson. Ed Springer 2007.

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