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La parola counselling è di origine anglosassone, e letteralmente significa “consulenza”. In realtà, l’accezione è più ampia rispetto a quanto si potrebbe capire dalla traduzione, che nella nostra lingua ha una valenza quasi esclusivamente tecnica, e include tutte quelle situazioni in cui ci si rivolge ad un “consulente” per un problema specifico. Nel mondo anglosassone, infatti, esistono vari tipi di counselling: accanto al counselling psicologico troviamo quello scolastico, lavorativo, medico (in campo ostetrico ad esempio ci sono il counselling genetico e prenatale), e così via, ognuno relativo ad un diverso ambito di intervento. Nell’accezione che è stata trasmessa a noi in Italia, il counselling non altrimenti specificato è quello relativo all’ambito psicologico.

L’introduzione di questa metodica ha acceso diversi dibattiti tra gli addetti ai lavori, e solo recentemente la legge si è mossa per chiarire ufficialmente le rispettive aree di intervento di counselling e psicoterapia. La legge 4/2013 stabilisce, infatti, che il counselling deve essere circoscritto ad un’area problematica specifica, e che il counsellor non dovrebbe superare le 10 sedute per ogni cliente, per non diventare una forma di psicoterapia (che configurerebbe un abuso di professione).

La differenza fondamentale tra counseling e psicoterapia è che la prima si occupa di una problematica specifica di un momento circoscritto della vita del cliente (nel “qui e ora”), analizzandola in profondità, mentre la seconda abbraccia vari aspetti della personalità, per arrivare ad una ridefinizione di un sé più consapevole e funzionale. Entrambe hanno come finalità promuovere il benessere della persona.

La maggior parte delle persone non ha bisogno di una psicoterapia, ma può trovarsi ad affrontare dei momenti di vita stressanti e dei conflitti interiori, ad esempio nell’indecisione di intraprendere certe scelte, più o meno significative per la propria vita. Il counselling favorisce l’emergere delle risorse emotive della persona e la risoluzione dei conflitti interiori. La gravidanza è un momento di grandi cambiamenti, sia fisici che emotivi, e potrebbe essere indicato un intervento di counseling a sostegno della genitorialità o di altre situazioni concomitanti.

Il counsellor può essere uno psicologo, un medico, un’ostetrica o un professionista di diversa estrazione, che ha seguito un percorso formativo ed è iscritto in un apposito albo.

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