ABORTO SPONTANEO E FECONDAZIONE ASSISTITA: COME E QUANDO SI VERIFICA

a cura di dr Pasquale De Lucia, Farmacista fecondazione assistita

L’aborto spontaneo consiste nell’interruzione della gravidanza nelle prime 20 settimane di gestazione. Questo fenomeno è molto comune nel corso del primo trimestre (15-20% di tutte le gravidanze accertate si fermano entro le 10-12 settimane), mentre diventa più raro successivamente (0,5-1%).

Quali sono le cause di aborto spontaneo?

Le cause di aborto sono molteplici. La maggior parte degli aborti del primo trimestre sono su base cromosomica, legati cioè a errori nella combinazione dei cromosomi della cellula uovo e dello spermatozoo. Questo non compromette le probabilità di riuscita di gravidanze successive né è indicativo di patologie gravi a carico dei futuri genitori. Altre cause di aborto possono essere infezioni, malattie materne, ad esempio del sistema immunitario, diabete mellito, trombofilia (soprattutto per gli aborti tardivi) e malformazioni uterine come l’utero setto (ma ad esempio non il bicorne).

La poliabortività o abortività ricorrente (3 o più aborti) riguarda l’1,5% delle donne e richiede accertamenti specifici.

Quali sono i sintomi di aborto spontaneo?

I sintomi dell’aborto sono variabili: in alcuni casi si verificano dolori addominali, accompagnati da perdite ematiche più o meno abbondanti. In altri casi (aborto interno) non ci sono sintomi, e l’ecografia è l’unico metodo per accertare la diagnosi.

Tutte le volte che si verificano perdite ematiche in gravidanza è importante eseguire la visita ginecologica con ecografia pelvica transvaginale.

Cosa vuol dire minaccia d’aborto?

La minaccia d’aborto è il sanguinamento che avviene durante una gravidanza in regolare evoluzione. Questo può avvenire fino al 20-30% dei casi, ma non compromette il successivo andamento della gestazione. Solitamente viene prescritto il riposo e la terapia con progesterone, che rilassa l’utero e aiuta l’impianto.

Cos’è il microaborto?

Il termine medico è “gravidanza biochimica” e riguarda quelle situazioni in cui il test è positivo, ma poi arriva la mestruazione. È una situazione di fallimento precoce dell’impianto embrionario.

È più probabile l’aborto in una gravidanza da fecondazione assistita?

In teoria le probabilità di aborto dopo una fecondazione assistita non dovrebbero differire rispetto alla gravidanza insorta spontaneamente. In pratica, il maggior tasso di aborti riscontrati in questa situazione può dipendere da diversi fattori, in primo luogo l’età materna.

Infatti, è più probabile che siano donne di età superiore ai 35 anni a ricorrere alla fecondazione assistita, e il rischio di aborto risulta del 15% sotto i 35 anni, del 20-35% tra i 35 e i 45 anni, e oltre il 50% oltre i 45 anni.

Inoltre, le gravidanze da fecondazione assistita sono più spesso gemellari, e si può verificare il fenomeno del “gemello scomparso”, cioè che un solo embrione prosegua il suo sviluppo, mentre il gemello si fermi. In questo caso, l’aborto in una delle due camere gestazionali non compromette la corretta prosecuzione della gravidanza stessa.

Esistono terapie per la prevenzione dell’aborto spontaneo nella fecondazione assistita?

In tutti i casi di fecondazione assistita viene prescritta la terapia con progesterone, per via vaginale o intramuscolare, al fine di compensare il deficit di questo ormone, che si realizza a seguito delle terapie. In alcune pazienti si aggiunge la terapia estrogenica (come compresse da assumere per bocca o cerotti da applicare sulla cute). Si consiglia inoltre il riposo, nei giorni immediatamente successivi al prelievo ovocitario. L’acido folico deve essere somministrato almeno un paio di mesi prima del concepimento, al fine di ridurre il rischio di alcuni tipi di malformazioni.

Per altre terapie, per esempio eparina, aspirinetta o cortisonici in varia combinazione, non esiste un sufficiente supporto scientifico che ne confermi l’utilità al fine di aumentare la probabilità dell’impianto embrionario o di ridurre il rischio di aborto.

Quali sono le conseguenze psicologiche dell’aborto?

La perdita di una gravidanza desiderata è un grande dolore per tutte le donne, ma nei casi di fecondazione assistita ci può essere un maggiore impatto a livello emotivo, per le difficoltà di avere un bambino. In queste situazioni può essere utile richiedere un supporto psicologico, per aiutarsi a superare meglio il momento difficile e recuperare le forze in vista di eventuali nuovi tentativi.

 

Dr Pasquale De Lucia  www.ciclomestruale.info

Laureato in Farmacia presso la Facoltà di Farmacia della Federico II di Napoli, Diplomato in Master in Healthcare and Management presso la Luiss Business School di Roma, Direttore della Farmacia De Lucia SAS di Ailano