Intervista a Paola Branchi, fisioterapista a Firenze

Che cosa è la ginnastica del pavimento pelvico e a cosa serve?

A tutt’oggi, nonostante esistano linee guida internazionali e il servizio sanitario nazionale metta a disposizione servizi ambulatoriali per il trattamento delle patologie pelviche, il perineo per molte donne rimane il “grande sconosciuto”.

L’obiettivo della ginnastica pelvica è essenzialmente quello di rinforzare o mantenere tonici i muscoli pelvici; la loro tonicità è alla base delle prevenzione di molti disturbi inerenti alla sfera genitale.

 

Quando iniziare a farla, in gravidanza o dopo il parto?

Purtroppo molto spesso l’indicazione ad iniziare la ginnastica perineale è tardiva e non preventiva perdendo così, almeno in parte, la sua vera efficacia.

Sfortunatamente, le indicazioni a rinforzare il pavimento pelvico sono  spesso dipendenti da motivazioni cliniche (conseguenti al parto, interventi chirurgici o per motivi di incontinenza), mentre al contrario, per la salute generale, è molto percepita la raccomandazione di mantenere un buon tono di tutti gli altri muscoli del corpo.

La gravidanza e il parto sono importanti fattori eziologici delle disfunzioni perineali, inoltre la menopausa e il calo estrogenico che essa comporta possono peggiorare il problema con notevoli  ripercussioni sulla qualità della vita.

Il pavimento pelvico è formato da un complesso sistema muscolare la cui funzione principale è quella di assicurare la continenza e il sostegno degli organi del piccolo bacino (uretra, vescica, retto), ma ha anche un ruolo non trascurabile nella funzione sessuale e riproduttiva.

La contrazione dei muscoli pelvici è “percepibile, ma non visibile”: la percezione segue vie nervose più complesse e non si può avvantaggiare dell’ausilio della vista; questo rende l’allenamento dei muscoli pelvici più difficile. Ciò significa: “prima impariamo ad usare questi muscoli meglio è”!

In altre parole non dovremmo aspettare l’indicazione medica, indice di una patologia, e quindi di un sistema alterato e quindi  maggiori difficoltà per il recupero.

 

Come si fanno gli esercizi e con quale frequenza?

È essenziale svolgere gli esercizi in modo consapevole: sentire quali muscoli stiamo attivando, sentire la loro contrazione ma anche il loro rilasciamento. Il tempo di tenuta della contrazione dovrebbe essere intorno ai 10’’ ma varia da persona a persona, secondo la capacità e la preparazione di ognuna; è importante arrivare al massimo della contrazione possibile e riuscire a tenerla per tutto il tempo consentito, è controproducente arrivare a 10’’ se la contrazione completa si è già esaurita.

Gli esercizi non richiedono molto tempo: bastano due serie di 10 due volte al giorno. Una volta raggiunta la capacità di usare questi muscoli liberamente si può associare la loro contrazione ad altri esercizi, come nel metodo Pilates, o durante il normale svolgimento delle attività quotidiane come sollevare dei pesi, salire le scale, camminare ecc.

 

Quando rivolgersi a una fisioterapista?

L’indicazione di eseguire un training di esercizi dovrebbe riguardare tutte le donne che hanno già partorito, soprattutto se prevedono altre gravidanze, ma anche le nullipare; nell’arco della vita il pavimento pelvico è sottoposto quotidianamente a continue e importanti pressioni che riducono la sua capacità di sostegno e quasi tutte le donne corrono il rischio di andare incontro a disturbi uro-genitali più o meno gravi.

 

A cura di Paola Branchi, fisioterapista

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