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Viene definita PROM (=premature rupture of membranes) la situazione in cui avviene la rottura del sacco amniotico al di fuori del travaglio.

Si distinguono:

  • rottura delle membrane a termine: entro 24 ore si innesca il travaglio nel 90% dei casi
  • rottura delle membrane pretermine (PPROM): rappresenta una complicanza temibile della gravidanza. Avviene nel 2% delle gestanti, e ha un rischio di ricorrenza del 20% in gravidanze successive.

Le cause della PPROM sono molteplici, ma si pensa che un ruolo chiave venga svolto da infezioni vaginali ed urinarie, per diffusione di agenti infettivi per via ascendente.

Fattori di rischio sono rappresentati da:

La diagnosi avviene soprattutto su base clinica: il riscontro di scolo di liquido amniotico deve portare la donna con massima urgenza presso il più vicino pronto soccorso ostetrico/ginecologico.

Esami specifici per verificare che si tratti veramente di liquido amniotico sono:

  • Prom test: simile al test di gravidanza, si raccoglie la secrezione vaginale su un cotton fiock, e si mette in un liquido reagente. La comparsa della doppia striscia ci dice che si tratta di liquido amniotico. La sensibilità del test non è del 100%, cioè un test negativo non esclude che ci possano essere perdite di liquido amniotico, magari intermittenti.
  • esame vaginale con speculum: si visualizza il liquido in vagina
  • ecografia ostetrica: il riscontro di anidramnios può essere sospetto per PPROM, ma un liquido amniotico normale non esclude la presenza di una rottura del sacco “alta”.

E’ importante distinguere la vera rottura del sacco da altre situazioni, del tutto innocue:

  • idrorrea gravidica: legata al fatto che i genitali materni diventano molto vascolarizzati durante la gravidanza, e si possono verificare perdite liquide trasparenti, non indicative per infezioni o patologia.
  • incontinenza urinaria: perdite dopo tosse o starnuti, di odore sui generis.

 

Le complicanze della PPROM sono molteplici, e dipendono essenzialmente dall’epoca di gravidanza a cui si verifica la rottura del sacco e dalla quantità del liquido amniotico che resta nell’utero:

  • complicanze materne: corionamniotite, endometrite, emorragia postpartum
  • complicanze fetali: prematurità, ipoplasia polmonare (in caso di anidramnios), deformazioni muscoloscheletriche (legate alla posizione fetale obbligata, in assenza di liquido), prolasso del funicolo, distacco di placenta, danno neurologico.

Questi dati rappresentano le situazioni peggiori che possono capitare, e non si verificano necessariamente in tutti i casi.

La gestione della paziente con PPROM, e la sua prognosi, dipendono dall’epoca gestazionale a cui si verifica la rottura del sacco:

  1. prima delle 24 settimane: la prognosi è la peggiore, in quanto, se non si rimargina la rottura del sacco, i rischi di complicanze sono massimi. Un caso a parte è quello della rottura del sacco dopo amniocentesi, in cui essendoci solo un fattore di tipo meccanico, ma non necessariamente di tipo infettivo, la rottura del sacco si rimargina in alta percentuale di casi, e la gravidanza puà proseguire normalmente.
  2. tra 24 e 32 settimane: si cerca di guadagnare tempo, verso epoche di vitalità fetale.
  3. oltre le 32 settimane: espletamento del parto, previa induzione della maturità polmonare fetale

Situazioni in cui occorre espletare il parto indipendentemente dall’epoca gestazionale sono quelle in cui si stabilisce un’infezione materna, detta corionamniotite: i segni clinici sono rappresentati da febbre, aumento dei globuli bianchi (sopra 15,000/ml), aumento della frequenza cardiaca materna e fetale, attività contrattile.

E’ essenziale, in tutti i casi di PPROM, inviare la placenta all’esame istologico. La corionamniotite ha un aspetto anatomopatologico caratteristico, che richiama all’origine infettiva della rottura del sacco.

 

La prevenzione della PPROM, un evento irreversibile una volta verificatosi, parte dalla prevenzione delle infezioni vaginali ed urinarie. E’ utile curare la regolarità intestinale, infatti la stipsi o la diarrea si associano ad un aumentato passaggio di germi di origine intestinale verso l’apparato genitourinario, per contiguità. Il riscontro di perdite vaginali di colore o odore insolito deve essere riportato al medico, così come eventuali fastidi urinari. E’ fondamentale bere abbondantemente in gravidanza. Queste norme aiutano a diminuire il rischio di eventi infettivi.