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Psicologia della gravidanza

L’ascolto in gravidanza e dopo il parto

L’ascolto interno, il più importante

Il ritmo rallentato e l’emotività, che caratterizzano la gravidanza, favoriscono l’introspezione e l’ascolto di sé, del proprio corpo e dei segnali che vengono dal bambino.

Il bambino si fa riconoscere da sua madre: all’inizio tramite i primi sintomi della gestazione (alcune donne li avvertono addirittura prima del test positivo), poi con i movimenti fetali, che sono più evidenti quando la madre è in condizioni di riposo e di tranquillità (ad esempio la sera e in alcuni momenti durante la notte). Il sonno materno assume caratteristiche diverse: aumentano le fasi REM (cioè del sogno), e questo la mette in sintonia con i comportamenti del feto, cosa importante poi per mantenere i ritmi di sveglia-riposo notturno, che si sincronizzeranno con quelli del neonato.

La madre ascolta i messaggi del suo corpo e capisce istintivamente di cosa ha bisogno: ad esempio, che è necessario alimentarsi più frequentemente e che una regolare e moderata attività sportiva aiuta a mantenere il suo corpo tonico e preparato in vista del parto (il mal di schiena e il dolore sciatico, disturbi molto comuni, sono legati allo scarso movimento).

Essere ascoltata

La madre, come il suo bambino, ha bisogno di essere ascoltata e contenuta, cioè di avere un posto sicuro e protetto, dove esprimere le proprie emozioni. L’interlocutore principale del suo dialogo è sicuramente il partner, ma anche il contesto lavorativo e della famiglia di origine è importantissimo per la sua serenità. Una donna in gravidanza ha bisogno della massima tranquillità e dovrebbe evitare conflitti: chi è intorno a lei dovrebbe essere sensibilizzato su questa particolare esigenza.

Ascoltare gli altri

La gravidanza diventa un mondo a sé stante, dove i pensieri predominanti riguardano il nascituro (come sta, come sarà quando nasce, la costruzione del nido, etc.), mentre tutto il resto passa in secondo piano. Chi è accanto alla gestante deve capire questo stato particolare e assecondarla: il suo pensiero principale è il bambino e le potrebbe addirittura essere difficile concentrarsi sul lavoro o su altre attività.

Infatti, per la donna incinta può essere difficile ascoltare gli altri, a volte può sembrare distratta, ma questo dipende semplicemente dal fatto che le sue attenzioni sono concentrate sui suoi processi interiori, fisici ed emotivi, che richiedono un grosso dispendio energetico.

I cambiamenti dopo la nascita

Dopo il parto, può essere utile cercare di recuperare il senso di appartenenza al mondo: evitare di parlare solo del bambino e soprattutto delle sue funzioni fisiologiche (nanna, pappa, cacca…insomma tutti i bisillabi che possano venire in mente), che potrebbero al limite interessare alla nonna, ma non certo all’amica senza figli.

Un altro no assoluto riguarda i racconti del parto: un’amica incinta apprezzerà il rispetto della sua “bolla” personale, e vi sarà grata se le risparmierete i racconti con dovizia di particolari sul parto (soprattutto se non è stato come ve l’aspettavate) e sulle difficoltà dell’accudimento.

Così come può dar fastidio a voi, evitate giudizi e consigli non richiesti ad amiche con bambini, che hanno uno stile di accudimento diverso dal vostro. Ognuno è perfettamente capace di farsi una sua esperienza e di capire di cosa ha bisogno suo figlio, al di là dei condizionamenti culturali, purtroppo molto radicati (ad esempio sul cosleeping, sulla durata dell’allattamento e chi più ne ha più ne metta).

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