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Femminismo Ginecologia Sessualità

Lo speculum è maschilista?

Gender tech di Laura Tripaldi è il libro che dovrebbero leggere tutti i ginecologi. È un viaggio attraverso lo sviluppo tecnologico e scientifico degli strumenti per la salute femminile. Gli stessi, in mani sbagliate, possono diventare strumenti di oppressione. Il libro è scritto molto bene, mi ha appassionato e l’ho trovato anche “triggerante”. Per chi, come me, è convinto del fatto che il mestiere del medico sia al servizio della collettività per promuovere salute e consapevolezza, trovare scritto che i miei strumenti vengono anche usati in modo malvagio non può essere indifferente. Vediamo insieme alcuni punti chiave del libro con qualche mia considerazione.

Si parte parlando di speculum. Il primo tipo, quello di Sims, è un modello che viene usato per gli interventi chirurgici, per cui, pur essendo poco amico dell’anatomia femminile, dovrebbe essere usato su paziente addormentata. Purtroppo fu sperimentato su donne nere operate da sveglie, per la credenza di una maggiore resistenza al dolore. Si tratta quindi di uno strumento che nasce con violenza colonialista di un uomo bianco su donne razzializzate e come tale è stato proposto anche di abbandonare il nome del suo inventore. Lo speculum che vediamo oggi negli studi medici fu messo a punto da Cusco a metà ‘800, ma esisteva, molto simile, già dall’epoca degli antichi romani (è stato rinvenuto anche negli scavi di Pompei).

Speculum di Sims
Speculum di Cusco

Sul web si leggono molte inesattezze. Si dice che lo speculum metallico è più malvagio perché è freddo. In realtà viene in una maggiore varietà di taglie rispetto a quello di plastica ed è più stabile, quindi in definitiva dà meno fastidi alla paziente. Lo speculum di plastica viene venduto in tre taglie, la S (piccola) è quella che si dovrebbe usare per prima (se poi la vagina è molto larga e non vedo niente, passo a M, molto raramente si usa la taglia L). Lo speculum non è indispensabile per le visite ginecologiche, per esempio se la paziente ha fatto un pap test di recente o se c’è ipertono muscolare pelvico, e quindi può creare un disagio maggiore rispetto alle informazioni che se ne potrebbe ricavare. Se c’è ipertono, si tratta prima l’ipertono con la fisioterapista e poi si completa quella parte di visita che non si è riusciti a fare, per esempio se dobbiamo fare un pap test o un’ecografia transvaginale.

Lo speculum era usato negli anni 70 come strumento di consapevolezza, per guardare un posto che da sole non possiamo vedere. Inoltre ricordiamo la performance di Annie Sprinkler, sex worker, che invitava il pubblico a guardare con lo speculum dentro la sua vagina durante un suo spettacolo. Quindi, la stessa cosa può essere uno strumento scientifico, uno strumento di tortura e uno di emancipazione.

Aggiungo una considerazione riguardo allo “speculum da virgo”. Non si tratta dello speculum taglia S, che darebbe comunque fastidio a chi non ha avuto rapporti con penetrazione, ma di uno speculum chirurgico metallico molto piccolo (largo circa 1 cm), che serve per fare interventi sui genitali delle bambine (per esempio in caso di malformazioni, tumori o per perdita di un corpo estraneo), ovviamente da addormentate.

Infine, per quanto ci siano ricerche per rendere lo speculum più amichevole per le donne, quello che fa la differenza è come viene usato. Bisogna usare il più piccolo, prendersi tempo, assicurarsi che la paziente sia pronta, e soprattutto desistere se si riscontra un ipertono che rende poco praticabile una visita invasiva. Questa può essere rimandata, quando necessario, a dopo un lavoro con la fisioterapista pelvica. La vagina è un organo estremamente elastico, ma i muscoli che la circondano no. Un dolore forte durante la visita e le manovre ginecologiche possono dipendere da una scarsa manualità o empatia di chi ci sta visitando, ma anche dalla presenza di ipertono muscolare. Tutte le donne, almeno una volta nella vita, dovrebbero fare un percorso volto a prendere consapevolezza dei muscoli pelvici, così importanti per la salute femminile.

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