Metformina in gravidanza: ridurre il rischio di aborto e di diabete gestazionale in donne con sindrome dell’ovaio policistico
Da tempo nelle donne affette da sindrome dell’ovaio policistico si usa la metformina, al fine di regolarizzare il ciclo mestruale, ottenere l’ovulazione, e quindi la gravidanza.
La metformina è un farmaco molto usato nella PCOS in corso di terapie per la fecondazione assistita, in quanto migliora la qualità ovocitaria, diminuisce la probabilità di sindrome da iperstimolazione, e riduce il rischio di aborto, che in queste pazienti può arrivare fino al 40%.
Fino ad oggi si usava sospendere la metformina una volta in gravidanza, in quanto si tratta di un farmaco, che attraversa la placenta, ed i cui effetti sul feto (e quindi la cui sicurezza) non sono dimostrati scientificamente, in assenza comunque di dati negativi (classe B dell’FDA).
Modernamente, stanno emergendo nuovi dati di letteratura relativamente alla sua sicurezza ed efficacia nel ridurre il rischio di diabete gestazionale, una patologia particolarmente frequente nei casi di PCOS.
Ricordiamo, infatti, che le donne affette da PCOS presentano un aumentato rischio di eventi ostetrici avversi:
- diabete gestazionale x 2,94 volte
- ipertensione indotta dalla gravidanza x 3,67 volte
- gestosi x 3,47 volte
- mortalità perinatale x 3,07 volte
- ricovero in terapia intensiva neonatale x 2,31 volte
E’ italiano lo studio più recente (1), che utilizza la metformina in circa 100 donne affette da PCOS dall’epoca preconcezionale fino a 37 settimane di gestazione (successivamente viene sospesa al fine di evitare un ipotetico rischio di ipoglicemia neonatale). L’outcome gestazionale viene paragonato con quello di 110 controlli, non affetti da PCOS.
L’uso della metformina nelle donne PCOS riduce il rischio di:
- aborto spontaneo nel primo trimestre
- diabete gestazionale
- ipertensione indotta dalla gravidanza
- riduzione non statisticamente significativa della gestosi
E tutto questo in assenza di significativi effetti collaterali, nè sulla madre nè sul neonato (punteggio di Apgar, peso e lunghezza).
Altri autori hanno evidenziato la riduzione delle resistenze delle arterie uterine a 12-19 settimane in un gruppo di 40 donne randomizzate a ricevere metformina o placebo. Dopo le 20 settimane la flussimetria delle uterine non mostrava differenze nei due gruppi. Ricordiamo che l’invasione trofoblastica (=” l’attecchimento placentare”) avviene in modo più profondo proprio all’inizio del secondo trimestre, e questo potrebbe spiegare la minore incidenza di complicanze nel gruppo in terapia con metformina.
Esistono però dati contrastanti: uno studio randomizzato (3) su circa 250 pazienti con PCOS non ha mostrato benefici nella somministrazione del farmaco relativamente agli outcome gravidici elencati.
Sono necessari pertanto dati su popolazioni più ampie per stabilire l’efficiacia della metformina nella riduzione delle complicanze gravidiche in donne affette da PCOS.
Approfondimenti:
(1) http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21530058 ; (2) http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17330831 ; (3) http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20926533