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Patologia della gravidanza

Coronavirus e gravidanza: quali i rischi, come proteggersi

È purtroppo ben noto che nel dicembre 2019 è stato identificato in Cina il Coronavirus SARS-CoV-2. Tale virus è responsabile di una malattia, chiamata COVID-19 (Coronavirus Disease 2019). Nel testo parlerò genericamente di Coronavirus (che è una famiglia che comprende molti tipi diversi di virus) per indicare quello attuale.  

I sintomi descritti in molti pazienti comprendono febbre >37.5°C, tosse, difficoltà respiratoria, congiuntivite, ma anche diarrea e raramente eruzione cutanea. Si pensa che molti casi siano di difficile individuazione, in quanto il virus può dare sintomi lievi e fugaci. Soggetti con pochi sintomi o asintomatici possono essere contagiosi e quindi trasmettere il virus senza saperlo, per questo è molto importante la prevenzione, che vuol dire considerarsi tutti a rischio e restare a casa. Infatti, anche se è tristemente noto che la maggioranza delle morti avviene in soggetti anziani e già indeboliti da precedenti patologie, il virus può colpire in modo grave anche soggetti giovani e in perfetta salute, come ci insegna la storia del caso 1 di Codogno, uno sportivo 38enne, che prima di sentirsi male, aveva corso una maratona.

Cosa sappiamo sugli effetti del Coronavirus in gravidanza?

I dati di letteratura sono scarsi, ma un gruppo di ricercatori ha sintetizzato le poche evidenze disponibili in una metanalisi (vale a dire una sintesi statistica di più studi), che sarà presto pubblicata sulla prestigiosa rivista American Journal of Obstetrics and Gynecology. Sembra che il Coronavirus non venga trasmesso per via placentare al feto, infatti il virus non è stato isolato nel sangue del cordone. Purtroppo alcuni rari casi nel neonato sono stati riscontrati, probabilmente per trasmissione per via aerogena (cioè attraverso il respiro) dalla madre, positiva per COVID, al bambino.

Dal punto di vista della salute materna, non ci sono evidenze che il Coronavirus determini nella gestante una patologia più grave che al di fuori della gravidanza. Il sesso femminile di per sé sembra essere un fattore protettivo, e la giovane età delle gestanti si associa a una minore mortalità. Tuttavia, se andiamo a osservare gli esiti in termini di patologia ostetrica, i dati sono meno rosei: in 19 studi sono state esaminate 79 gestanti (di cui 41 con COVID, le altre con MERS e SARS, patologie determinate da altri tipi di Coronavirus, che sono circolate diversi anni fa). Nel 90% di queste donne era stata fatta una diagnosi di polmonite. Il tasso di aborto era del 39%, parto pretermine <37 settimane 24%, rottura prematura delle membrane 21%, preeclampsia 16%, ritardo di crescita 12%. 84% delle donne hanno partorito con taglio cesareo, il tasso di morte perinatale era dell’11%. Il 57% dei neonati hanno avuto bisogno di ricovero in terapia intensiva. Considerando solo le 41 donne affette da COVID-19 l’esito più frequente è stato il parto pretermine (41%), con un tasso di mortalità perinatale del 7%. In nessuno dei 41 casi è stata osservata una trasmissione verticale, cioè per via placentare. Le gestanti con COVID-19 rispetto a quelle con SARS e MERS hanno avuto minore necessità di terapia intensiva e di ventilazione meccanica e non sono state osservate morti materne (contro il 28% delle donne con MERS e 26% di quelle con SARS).

Ricordiamo che questi dati sono relativi a donne con sintomi di polmonite, e che quindi in donne asintomatiche o con pochi sintomi ci aspettiamo una frequenza di esiti avversi minori. Ma proprio per le caratteristiche dell’infezione non possiamo sottovalutare la cosa o dire che passerà come una banale influenza, come alcuni esperti poco accorti ci volevano far credere all’inizio.

Come mi posso proteggere se sono in gravidanza?

La trasmissione del virus avviene principalmente per via aerea, tramite goccioline di saliva, che vengono prodotte parlando, tossendo, ma anche semplicemente respirando. Il virus sulle superfici rimane potenzialmente infettivo per 6-8 ore (dipende dal tipo di superficie, ad esempio è stato visto che sul cartone dura solo 2 ore). Infatti, il virus ha bisogno di un supporto cellulare per sopravvivere e replicarsi. Il virus non viene trasmesso dagli animali all’uomo, ma c’è solo un contagio inter-umano, cioè tra persone. La prima protezione, quindi, è l’isolamento sociale. Si ipotizza anche una trasmissione per via feco-orale, cioè attraverso mani o superfici contaminate. Per questo è importante non portare le mani alla bocca, al naso e agli occhi. 

Per quello che riguarda la gravidanza, se non è consentito lo smart working, è consigliabile smettere di andare al lavoro, e questo possibilmente deve valere anche per il marito. Pur in assenza di direttive specifiche, il criterio di prudenza è fondamentale, un certificato specifico può essere richiesto al ginecologo o al medico curante. Isolamento sociale vuol dire stare a casa ed evitare contatti con altre persone. Non è facile, soprattutto se ci sono persone anziane in famiglia, ma la prima protezione è non stare con loro, che sono i più fragili.

Se devo uscire come mi posso proteggere?

Se si deve uscire per necessità strette, come fare la spesa o andare dal medico, è importante proteggersi. Esistono diversi tipi di mascherine: uno è la mascherina chirurgica, che è di carta, dura alcune ore, ed è monouso. Poi ci sono le mascherine filtranti, che si chiamano FFP (standard europeo) con numeri da 1 a 3 a seconda del potere filtrante (la massima è la 3, quella che deve usare il personale sanitario in reparti con persone COVID positive). Si possono chiamare anche FN (secondo lo standard americano): N95 corrispondono alle FFP2 (filtrano il 95% delle particelle <0.3 micron) mentre le N99 corrispondono alle FFP3 e filtrano il 99% delle particelle. Anche le FFP (o N) sono monouso.

La mascherina chirurgica protegge l’altro, perché blocca le particelle di saliva che emettiamo parlando, ma se la indossiamo tutti potrebbe ridurre la probabilità di contrarre il virus. Il problema principale è la reperibilità, al momento in cui scrivo non si trovano. Molti si stanno arrangiando con soluzioni di fortuna, ad esempio in rete circolano tutorial di sarte, che le realizzano con i materiali più disparati, ma bisogna ricordare che le mascherine fai da te hanno un potere filtrante scarso (in uno studio sembra che nella migliore delle ipotesi valgano come un terzo di una mascherina chirurgica). Quindi, sono meglio di nulla, ma non sono adatte al personale sanitario o a chi fa lavori ad alto rischio, ad esempio chi deve stare al pubblico. La mascherina filtrante filtra l’aria in ingresso, ma, se dotata di valvola, non filtra l’aria in uscita. Questo vuol dire che le maschere con valvola mettono a rischio la persona che abbiamo davanti e quindi non dovrebbero essere usate. Se si desidera una protezione maggiore della mascherina chirurgica e non si è esposti ad un alto rischio di contagio (ad esempio per fare la spesa) va bene la FFP2 senza valvola. Le FFP3 sono per il personale sanitario di reparti con pazienti COVID positivi e non dovrebbero essere usate dai comuni cittadini.

Il vero fattore protettivo è la distanza: non stare con altre persone, e se si sta con altre persone rispettare la distanza minima di 1 metro. Uno studio scientifico affermava che il COVID può essere contagioso anche a distanze notevoli, ad esempio 4 metri, ma è stato sconfessato e ritirato dalla pubblicazione. Alcuni esperti dicono che la trasmissione sia maggiore in un ambiente chiuso, per cui possibilmente è bene areare le zone in cui stanno più persone insieme per avere un effetto di diluizione. Bisogna inoltre evitare l’uso dei trasporti pubblici.

In casa come mi devo comportare?

Lavarsi spesso le mani è molto importante. Come dicevo prima, in teoria ci può essere un contatto con superfici contaminate, ma la cosa fondamentale è non portarsi le mani alla bocca, agli occhi e al naso, e lavarsi le mani, che dovrebbe essere la prima cosa da fare (dopo aver tolto le scarpe) appena si rientra in casa. Per il resto, il virus è molto contagioso, più di una normale influenza. Questo rende le possibili precauzioni che si adottano in casa poco efficaci (perché già si condivide un ambiente chiuso), ma ci dice anche che baciarci e abbracciarci con chi vive con noi non è proibito (a meno di sospetta positività o obbligo di quarantena). Soprattutto con i bambini, che in questo periodo già soffrono per l’isolamento a cui sono costretti.

Se ho sintomi cosa devo fare?

Non bisogna assolutamente andare al pronto soccorso, ma contattare il medico curante, che deciderà l’iter più adatto alla persona.

Links

Sospetto coronavirus in gravidanza, come comportarsi

Informazioni per pazienti: Coronavirus o COVID-19 e gravidanza dal sito ISUOG, disponibile anche in altre lingue

Bibliografia

Di Mascio et Al. 2020 in press; Outcome of Coronavirus spectrum infections (SARS, MERS, COVID-19) during pregnancy: a systematic review and meta-analysis (ACCEPTED BY THE AMERICAN JOURNAL OF OBSTETRICS AND GYNECOLOGY-MATERNAL FETAL MEDICINE)

Guidance for healthcare professionals on coronavirus (COVID-19) infection in pregnancy, published by the RCOG, Royal College of Midwives, Royal College of Paediatrics and Child Health, Public Health England and Health Protection Scotland. Updated 26th March 2020.

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diretta Facebook “Vivere la gravidanza e il parto ai tempi del covid-19” con dr.ssa Giulia Cavallini, psicologa e psicoterapeuta

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