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Vaccini e gravidanza: quali fare prima, quali si possono fare durante?

In collaborazione con dr.ssa Miriam Levi, Medico Chirurgo specialista in Igiene e Medicina Preventiva

Helena ha 31 anni ed è incinta del primo figlio. Mi cerca, molto preoccupata: dopo essere stata al centro prelievi, è stata richiamata per un presunto contatto con una persona affetta da morbillo, che quella mattina aveva frequentato lo stesso laboratorio. Mi chiede quali siano i rischi per il bambino. Alla visita presso l’ambulatorio di Malattie infettive le prescrivono dei test specifici. Helena per fortuna è già immune, lei e suo figlio non corrono alcun rischio. Ma che spavento!

Quali sono le vaccinazioni da fare prima della gravidanza

Sono indicati il MPRV (MORBILLO – PAROTITE – ROSOLIA – VARICELLA), ed il DTP (DIFTERITE – TETANO – PERTOSSE) se non eseguito negli ultimi 10 anni.

Quali vaccini si dovrebbero fare in gravidanza, e quando?

A tutte le donne in gravidanza è raccomandata la vaccinazione anti-influenzale (anche nel corso del primo trimestre).

A 27-36 settimane (idealmente alla 28° settimana), sia per la prima gravidanza, che per tutte le eventuali successive gravidanze, è raccomandato un richiamo del vaccino contro DIFTERITE – TETANO – PERTOSSE, in modo da garantire un passaggio degli anticorpi anti-pertosse al neonato attraverso la placenta. La stessa vaccinazione deve essere offerta attivamente a tutto il nucleo familiare e a tutti coloro che si prenderanno cura del bambino (strategia del bozzolo “cocoon”). Anche il periodo postpartum è un momento fondamentale per il recupero delle eventuali vaccinazioni mancanti, considerato che l’allattamento non costituisce controindicazione ad alcuna vaccinazione.

Quali sono i rischi di contrarre l’influenza per chi non è vaccinato?

Per quanto si pensi all’influenza come una patologia banale e a decorso rapido, la gravidanza rappresenta una situazione di abbassamento delle difese immunitarie: è un meccanismo adattativo per cui il sistema immune non si attiva contro il bambino, che è per metà estraneo dal punto di vista antigenico. La madre ha un maggior rischio di complicanze gravi, infatti può sviluppare sovrainfezioni batteriche, polmoniti, sindrome da distress respiratorio acuto, ed è a maggior rischio di ospedalizzazione. I dati della sorveglianza ostetrica promossa dall’Istituto Superiore di Sanità riportano l’influenza come terza causa di morte materna. Per il nascituro alcuni studi rivelano un maggior rischio di sofferenza fetale, parto pretermine, taglio cesareo, basso peso alla nascita e morte perinatale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda quindi la vaccinazione anti-influenzale anche in fase preconcezionale, oltre che in gravidanza, all’inizio della stagione influenzale.

Quali sono i benefici della vaccinazione antinfluenzale per il nascituro?

Alcuni dati di letteratura affermano che il vaccino antiinfluenzale possa ridurre il rischio di morte perinatale (-27%), parto pretermine (-13%) e basso peso alla nascita (-26%). Uno studio americano su 245.000 donne mostra che vaccinare la madre in gravidanza contro l’influenza riduce le complicanze neonatali (-81% di ospedalizzazione di neonati nei primi 6 mesi di vita). Il vaccino antiinfluenzale può essere fatto prima e durante tutta la gravidanza.

Quali sono i benefici della vaccinazione contro difterite, tetano e pertosse per il nascituro?

Il calo dell’aderenza al programma vaccinale ha consentito fino ad oggi una maggiore circolazione di patologie, un tempo considerate rare, come la pertosse. Purtroppo, al giorno d’oggi non sono infrequenti casi di neonati contagiati e morti come conseguenza dell’infezione. È bene ricordare che un neonato è troppo piccolo per essere vaccinato, ma che può essere protetto attraverso gli anticorpi sviluppati dalla madre e trasmessi prima della nascita.

Inoltre, gli anticorpi antipertosse tendono a ridursi rapidamente, per cui si consiglia il vaccino anche a chi è già stato vaccinato in passato, in modo da assicurare un adeguato livello anticorpale nel latte materno. Il vaccino in gravidanza è sicuro e non aumenta il rischio di patologia ostetrica o di complicanze per madre e neonato. Il vaccino antipertosse (difterite-tetano-pertosse) viene consigliato dalle 27 alle 36 settimane di gestazione (la settimana ideale per la vaccinazione è la 28°).

Quali altri vaccini si possono fare in gravidanza?

Si possono fare tutti i vaccini inattivati, quelli costituiti da antigeni purificati (ad esempio vaccini contro il meningococco) o da tossoidi.

Quali vaccini non si possono fare in gravidanza?

Non si possono fare i vaccini che contengono virus vivi attenuati (MPRV), anche se i dati di letteratura non indicano danni né effetti teratogeni se il vaccino viene somministrato inavvertitamente in stato di gravidanza non ancora riconosciuta. Dopo un vaccino “vivo”, si consiglia di non cercare la gravidanza per almeno un mese.

Bibliografia

Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale PNPV 2017-2019

Calendario vaccinale della Regione Toscana e direttive in materia di vaccinazioni. Aggiornamento dicembre 2016

Circolare del Ministero della Salute “Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2017-2018” 

Levi M, Ravaldi C, Pontello V, Bonaiuti R, Vannacci A, Suissa S. Influenza Vaccination and Stillbirth Prevention in High-Income Countries: Is It Really That Effective? Clin Infect Dis. 2017 Apr 15;64(8):1142-1143

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