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Il parto naturale dopo taglio cesareo è possibile. Infatti, dopo avere eseguito il taglio cesareo in una precedente gravidanza, non esiste indicazione assoluta a ripetere un nuovo cesareo.

Infatti, il detto di Cragin “una prima volta cesareo, sempre cesareo” (del 1916!!!) era riferito al taglio cesareo classico, cioè con incisione longitudinale sul corpo uterino. Modernamente il taglio sull’utero è eseguito in trasversale sul segmento uterino inferiore, pertanto questo detto non è più valido.

L’80% delle partorienti con pregresso taglio cesareo e nessun parto vaginale può affrontare un travaglio di prova. Di queste, il 60% partorirà per via vaginale.

I presupposti per un parto vaginale dopo taglio cesareo sono diversi: occorre effettuare una visita prenatale, nel corso della quale si valuterà l’indicazione al precedente cesareo, i rischi relativi al cesareo ripetuto ed al travaglio di prova. La volontà della donna verrà annotata in cartella clinica, e dovrà essere firmato un consenso informato, da presentare al momento del ricovero per l’insorgenza delle doglie. Lo studio ecografico della cicatrice uterina non ha valore clinico.

I fattori prognostici, che indicano una buona probabilità di parto vaginale dopo cesareo sono:

  • precedente parto vaginale
  • TC per precedente presentazione podalica
  • peso fetale stimato inferiore a 4 kg

Svantaggi del taglio cesareo ripetuto:

  • degenza ospedaliera prolungata (quattro giorni invece di due)
  • convalescenza come per intervento chirurgico addominale: dolore nel post-intervento, limitazione nella mobilità materna nel primo giorno postoperatorio (in caso di anestesia spinale bisogna stare sdraiati per un giorno, ed effettuare alimentazione semiliquida il primo giorno), astensione dai rapporti sessuali nel primo mese
  • maggior rischio di trasfusione e complicanze infettive
  • difficoltà respiratorie nel neonato: tachipnea transitoria (il parto vaginale “spreme” la gabbia toracica e aiuta la respirazione)
  • limitazioni nella fertilità: dopo il terzo cesareo l’intervento diventa particolarmente rischioso, molti medici consigliano la chiusura delle tube
  • maggior rischio di placenta previa e placenta accreta nelle gravidanze successive

Svantaggi del travaglio di prova:

  • rischio di rottura di utero in travaglio (emergenza ostetrica che richiede l’espletamento immediato del parto tramite taglio cesareo)

L’intervallo tra il primo cesareo e l’inizio della gravidanza successiva correla con il rischio di rottura d’utero, che risulta essere il 5% se passano meno di 3 mesi, 3% se passano 4-15 mesi, e lo 0,9% se passano più di 15 mesi. E’ buona norma aspettare almeno un anno dopo un taglio cesareo prima di tentare un nuovo concepimento.

Controindicazioni al travaglio di parto:

  • due o più tagli cesarei pregressi
  • decorso febbrile dopo il primo taglio cesareo
  • cicatrice isterotomica sconosciuta (nella cartella clinica non è annotato il tipo di incisione). Ricordiamo che in epoca pretermine talora è necessaria l’incisione classica (longitudinale) o addirittura a forma di “T”, che controindicano un successivo parto vaginale
  • gravidanza gemellare (anche se non esistono dati certi in merito)

L’induzione del travaglio in una donna precesarizzata può avvenire tramite:

  • scollamento delle membrane
  • amniorexi (rottura del sacco)
  • ossitocina (se le condizioni cervicali sono favorevoli)
  • evitare le prostaglandine, per il rischio di rottura d’utero del 2,4%

 

Il travaglio di una donna precesarizzata deve essere seguito attentamente, tramite monitoraggio cardiotocografico continuo. L’uso dell’analgesia epidurale è consentito. La manovra di Kristeller è da evitare (un operatore “salta sulla pancia” per far uscire il feto).

Approfondimenti
Manuale di sala parto. Seconda edizione. Alberto Valle, Salvatore Bottino, Virginio Meregalli, Alberto Zanini. ISBN: 887051-299-1 Editore: edi-ermes