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Esistono situazioni in cui si forma del liquido in eccesso in una o più cavità del corpo fetale, pertanto distingueremo:

  1. idrotorace o versamento pleurico: aumento di liquido nella cavità pleurica, quel sacco che circonda il polmone.
  2. idropericardio o versamento pericardico: aumento del liquido nel pericardio, il sacco che contiene il cuore. Una sottile rima di liquido, fino a 2 mm, è normale.
  3. ascite: versamento nella cavità peritoneale, che contiene i visceri addominali.
  4. idrope: versamento di almeno due cavità ed inspessimento cutaneo (anche la cute diventa edematosa). Nel primo trimestre può associarsi all’igroma cistico.

I versamenti possono verificarsi fin dal primo trimestre, ma più frequentemente vengono diagnosticati in occasione dell’ecografia morfologica di screening.

La cause dei versamenti sono molteplici, e non sempre è semplice identificarle:

  • malattie infettive, ad esempio Parvovirus, Citomegalovirus, Rosolia, Herpes, Sifilide
  • anomalie cromosomiche, come la sindrome di Down, trisomia 13, trisomia 18
  • sindromi genetiche: sindrome di Noonan, malattie metaboliche, malattie neuromuscolari
  • anemia fetale: Parvovirus, sindrome da trasfusione feto-fetale, isoimmunizzazione materno-fetale, emorragia materno-fetale
  • l’ascite può associarsi ad alcune malformazioni del tratto gastrointestinale, come ad esempio peritonite da meconio
  • il versamento pericardico può associarsi ad anomalie cardiache
  • aritmie cardiache
  • il versamento pleurico può associarsi a malformazioni toraciche (ernia diaframmatica, CCAM, sequestro polmonare, massa polmonare, cisti broncogena) o essere il segno di un chilotorace congenito (difetto di drenaggio linfatico, ha solitamente una buona prognosi).

La gestione di queste situazioni prevede:

Cosa comporta il versamento per il feto?

Un versamento molto lieve può essere un reperto transitorio, ma se è persistente e tende ad aumentare nel tempo ci può essere il sospetto di qualche patologia, non sempre diagnosticabile prima della nascita.

Il versamento pleurico o idrotorace se grave può comprimere il polmone ed ostacolarne lo sviluppo. Analogamente una ascite importante può sollevare il diaframma e compromettere la respirazione alla nascita.

Nel caso del versamento pleurico può essere necessario il posizionamento di uno shunt pleuro-amniotico, una procedura attraverso la quale si inserisce un tubicino che consente il drenaggio del liquido dalla cavità pleurica verso quella amniotica. Questo consente al polmone di espandersi e di svilupparsi correttamente. Si usa un ago di dimensioni superiori rispetto a quello dell’amniocentesi, per cui la procedura può essere causa di rottura delle membrane e parto pretermine. Al momento della nascita il tubo va chiuso prontamente dal medico, per evitare lo pneumotorace, cioè l’ingresso di aria quando il neonato inizia gli atti respiratori. Una alternativa può essere quella della toracocentesi, cioè della semplice aspirazione del liquido pleurico, tramite una procedura simile all’amniocentesi, che però spesso deve essere ripetuta più volte.

L’idrope fetale è sempre un pessimo segno, nella maggior parte dei casi purtroppo si associa a morte in utero o dopo la nascita (oltre l’80% dei casi). Una prognosi migliore sembra avere l’idrope immune, cioè da anemia per incompatibilità materno fetale, che può risolversi con trasfusioni in utero (solitamente ne servono più di una). Analogamente, se l’idrope è legata ad una aritmia cardiaca fetale, la terapia antiaritmica, somministrata alla madre, può consentire la risoluzione del quadro.