di Marina Ciampelli, psichiatra e psicoterapeuta cognitivo comportamentale

Prenatal yogaMindfulness significa consapevolezza, ma una forma di consapevolezza molto particolare, perché emerge al prestare attenzione in modo intenzionale, senza giudizio e al momento presente, al presentarsi dell’esperienza momento per momento (Jon Kabat-Zinn).

La nostra mente è regolarmente impegnata in pensieri, progetti, rimuginii sul passato o preoccupazioni sul futuro e lo fa in modo automatico, e noi siamo coinvolti in un chiacchiericcio continuo con noi stessi per 24 ore al giorno. Tutto questo è ulteriormente peggiorato dai ritmi frenetici di un’era in cui c’è una dilatazione costante di tempo e spazio a causa degli strumenti digitali che ci permettono di essere sempre reperibili a qualsiasi ora e in qualsiasi parte del mondo.

Per portare la mente a fermarsi nel momento presente e provare questo genere di consapevolezza, non basta pensarlo, va sperimentato. E lo si fa attraverso la meditazione che aiuta, appunto, a fermarsi nel qui e ora, vivendo l’esperienza del momento presente, qualsiasi essa sia, imparando ad accettarla (non a “rassegnarsi” ad essa!), cioè a farle spazio, senza cercare di cambiarla se sgradevole (emozioni negative, dolori fisici, pensieri fastidiosi), o attenuandola o rendendola più tollerabile (per esempio con psicofarmaci, analgesici o iperattività compulsive), oppure a trattenerla se piacevole.

Così, attraverso la pratica della meditazione di consapevolezza, cominciamo a prendere una familiarità intima e benevola con la nostra mente, imparando ad accogliere quello che arriva di momento in momento, senza giudicarlo, essendo una parte di noi stessi, che non va respinto. Arriviamo così a conoscerci, davvero, non solo per quello che facciamo, per il nostro ruolo sociale o per come ci hanno sempre etichettato fin da bambini, ma per quello che siamo veramente, nella nostra profonda interiorità, fatta di cuore, corpo e mente, in un tutt’uno che impariamo a equilibrare e sintonizzare.

Impariamo a riconoscere i nostri sottili schemi mentali, quasi impalpabili, che però inconsapevolmente ci condizionano nella vita di tutti i giorni, schemi che sono come lenti colorate che abbiamo di fronte agli occhi e non sappiamo neppure di avere.

Attraverso la mindfulness è come se finalmente ci svegliassimo, vedessimo queste lenti e potessimo scegliere di tenerle o toglierle. Siamo finalmente liberi. Liberi di scegliere per ciò che è più giusto per noi senza più condizionamenti sociali o culturali o familiari. Liberi nel riconoscere i pensieri come pensieri, senza più farci travolgere dal loro contenuto angosciante.

Così diventiamo giorno dopo giorno abili nel fare le scelte, nel relazionarci con gli altri, nell’ascoltarci e nell’ascoltare, nel gestire le nostre emozioni e lo stress.

Questo è naturalmente importante nella vita di tutti i giorni, perché è tutti i giorni che abbiamo a che fare con relazioni sul lavoro, con scelte più o meno importanti per il nostro futuro, ma anche con le persone a cui vogliamo più bene e con le quali spesso invece emergono dinamiche particolari che portano a logorare le relazioni affettive.

E diventa ancora più importante in certe fasi della vita in cui ci troviamo ad affrontare grandi cambiamenti, come nell’adolescenza, il matrimonio, la maternità o paternità.

La maternità, ad esempio, è un momento molto importante nella vita di una donna, sia essa voluta e desiderata sia, al contrario, non ricercata. Infatti la donna deve confrontarsi con un cambiamento nei valori, nelle priorità oltre che con un cambiamento del proprio corpo che ha richieste del tutto nuove, come un maggior bisogno di sonno e riposo, un cambiamento nell’appetito, un’aumentata necessità di isolarsi mettendosi in ascolto di se stessa piuttosto che dei bisogni altrui. E non è così scontato che questi cambiamenti siano vissuti in modo esclusivamente positivo, anzi; ma il condizionamento sociale che vuole che la gravidanza sia il periodo più bello nella vita di una donna fa sì che non sia raro che una donna, provando sentimenti ambivalenti sulla gravidanza e la maternità, si senta in colpa e inadeguata, arrivando anche a sviluppare sintomi di ansia o depressione.

È, appunto, in una fase così delicata della vita che la meditazione di consapevolezza può venire in aiuto, perché aiuta la donna ad ascoltarsi di più, nel corpo e nel cuore, accettando l’esperienza così com’è, senza colpevolizzarsi o sentirsi inadeguate.

I corsi di MBSR (Mindfulness-based Stress Reduction), MBCT (Mindfulness-based Cognitive Therapy) o più semplicemente di MbT (Mindfulness-based Therapy) insegnano questo approccio gentile alla persona, approccio, appunto, curativo.

dr.ssa Marina Ciampelli, psichiatra e psicoterapeuta, istruttore di Mindfulness

www.mindfulnessfirenze.it

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