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La medicina ayurvedica è la medicina tradizionale indiana. Al pari della medicina tradizionale cinese e di quella mediterranea, è un insieme di conoscenze, che sono state tramandate nei millenni, attraverso testi sacri e per via orale, da maestro a discepolo. La medicina tradizionale tibetana si trova al confine tra due mondi, ed è riuscita ad integrare le conoscenze dell’ayurveda, che ne costituiscono l’impianto principale, con quelle della medicina tradizionale cinese. Si pensa che i medici tibetani siano stati i primi, alcuni millenni fa, ad organizzare il primo congresso mondiale di medicina, invitando esperti da India, Cina, paesi arabi e mediterranei (dove al tempo vigeva la medicina ippocratica, ancora oggi praticata in alcune regioni dell’India e del Pakistan con il nome di medicina Unani).

La medicina ayurvedica è riconosciuta dall’Organizzazione mondiale della sanità come una delle medicine tradizionali più importanti al mondo, e viene praticata, oltre che in India, da numerosi medici dei paesi occidentali.

Quali benefici possiamo trarre dall’Ayurveda?

I benefici dell’Ayurveda sono molteplici.

La medicina ayurvedica distingue tre tipi di costituzioni, legate agli elementi naturali:

  • Vata: in cui predomina l’aria (spazio + aria). La persona è di corporatura esile, molto intelligente, svelto nel fare le cose. Può soffrire di insonnia o di problemi digestivi, ha spesso mani e piedi freddi. Sogna spesso di volare. I disturbi ginecologici legati ad un eccesso di vata possono essere amenorrea ed infertilità.
  • Pitta: in cui predomina il fuoco (fuoco + acqua). Le sue caratteristiche sono la determinazione con cui porta a termine in compiti, il fuoco della passione che lo arde. Sente sempre caldo, è colei che quando entra in una stanza vorrebbe subito aprire la finestre per fare entrare un po’ di fresco. Pitta ha un buon fuoco digestivo (agni), ma se mangia cibi non adatti alla sua costituzione può soffrire di pirosi gastrica.
  • Kapha: in cui predomina la terra (terra + acqua). E’ di corporatura robusta e lento nell’andatura. La donna kapha può soffrire di cicli mestruali molto abbondanti, con grumi. Alcune patologie ginecologiche associate sono fibromi ed endometriosi.

A seconda della costituzione predominante (frequentemente le costituzioni sono miste), viene consigliato ad regime dietologico appropriato, che dipende inoltre dall’età, dalle stagioni, e dalle ore del giorno.

L’ayurveda ci insegna che è importante non solo cosa si mangia, ma come si mangia. Il pasto deve essere un momento di tranquillità, e non vissuto come un compito da portare a termine in tutta fretta. Pasti sregolati e non in linea con lo stato energetico della persona possono nel tempo favorire l’accumolo di ama, tossine, che bloccano i canali energetici. Il pasto più abbondante deve essere il pranzo, meglio se assunto alle 12, quando pitta (come fuoco digestivo) è al culmine dell’energia.

L’ayurveda ci insegna che il benessere dell’intero organismo è connesso con il funzionamento regolare dell’intestino. Ogni giorno è importante evacuare e liberarsi dei prodotti di scarto. Un intestino stitico può essere causa di stanchezza ed insonnia, e può recare danno all’organismo, attraverso la ritenzione delle scorie e dei batteri patogeni. In effetti, le terapie indiane iniziano sempre con una purificazione, tramite la purga intestinale.

Le terapie dell’ayurveda e della medicina tibetana che è più semplice trasporre nella nostra realtà e che possono essere adatte alla gravidanza comprendono:

  • la meditazione con tecniche di respirazione, come pratica di guarigione dello spirito e del corpo. Lo yoga infatti non è visto solo come una pratica ginnica, ma come un momento di contatto con il divino che è in noi, attraverso l’attivazione dell’energia dei 6 cakra (centri energetici situati lungo la colonna vertebrale).
  • il massaggio con olio caldo (una tecnica particolarmente piacevole da sperimentare)
  • il lavoro sulla percezione di sé stessi e del mondo che ci circonda.